
Lo scricchiolio del parquet bastò a svegliare Mario, 11 anni, che per la prima volta era rimasto in casa da solo. Poche ore, certo: i suoi avevano una cena con i colleghi e avrebbero solo fatto un po’ più tardi. Sei grande, ormai, aveva sorriso la tata, infilandogli il pigiama di flanella. Grande abbastanza da restare qualche ora tutto solo in casa, ma non abbastanza da evitare la tortura di quel pigiama da bambino piccolo. Attraverso le palpebre semichiuse, aveva osservato la tata infilarsi il cappotto e uscire in punta di piedi. Aspettò alcuni minuti, accese la luce e prese da sotto il letto il manga che gli avevano prestato a scuola: l’eroina era armata fino ai denti, ma molto poco vestita. Combattendo svelava parti del corpo che facevano passare per la testa di Mario strani pensieri. Era caduto nel sonno senza accorgersene, mentre immaginava la sua compagna di banco agghindata come la guerriera giapponese.
Poi lo scricchiolio. Capì subito che non si trattava dei suoi, guardando la sveglia sul comodino: erano usciti da un paio d’ore soltanto. Scivolò lento nel corridoio e vide un uomo grasso trafficare nel salone.
A Mario mancò l’aria; ebbe voglia di tornare sotto le coperte e piangere. Ma poi pensò alla tata che gli diceva sei grande e alla ragazza del fumetto, per questo si infilò nel ripostiglio, cercando un’arma: a parte scatole di scarpe e la cesta del bucato, l’unica cosa che trovò fu il ferro da stiro. Ma funzionò, era pesante e Mario lo prese a due mani. Beccò l’uomo alle spalle, era chino e aveva qualcosa in mano, di certo aveva arraffato l’argenteria.
Bastardo. La parola gli si formò sulle labbra come un urlo, prima ancora che nella testa. Anche l’uomo urlò, crollando al suolo. Mario aveva colpito con la forza della paura e dalla ferita il sangue usciva a fiotti. Gli ripeté quella brutta parola mentre l’uomo grasso, la faccia schiacciata sul legno, non sembrava più in grado di muoversi. Ho fatto tutto da solo, pensò trionfante. Ma poi, tremando e preso dal panico, si affacciò alla finestra per vedere se ci fosse qualcuno che potesse aiutarlo. Nessuno.
Davanti alla porta di casa, nel buio, quattro renne legate a una slitta dorata brucavano tranquille.
E tu cosa ne pensi?