
Questo è un blog che parla di libri, è vero. Certe cose però sono così immaginifiche e diverse da occupare spazi che non sono loro riservati. Tra queste il mare e le mani piene di calli. Tra queste il talento di un giovane regista. Tra queste una ciurma di terra che con passione sostiene un progetto sulle pagine dei social, sulla darsena o alla ricerca di legno. Ci crede insomma. E sono paesani miei, sono persone che io conosco che parlano di un’acqua e di una tradizione che appartengono anche a me, ma che dovrebbero appartenere a tutti. La storia di Antimo Vallozzi, maestro d’ascia, non dovrebbe essere persa, questo è chiaro, ma il documentario Una città in barca, diretto da Dario Antonioli e nella cui realizzazione è impegnata la giovanissima realtà Bizzarremedia, si propone di fare ben di più che prestare l’occhio della telecamera; presta infatti le mani e l’entusiasmo del giovane falegname Piero, la passione e la forza di tutti all’esperienza. È così che nasce l’idea di costruire insieme e raccontare al contempo l’ultimo gozzo puteolano. Tramandare lavorando, insegnare facendo, raccontare vivendo. Questo il trailer che sono certa stregherà voi come ha stregato me
Libertà è partecipazione, dice una abusata frase di Gaber, ma mi perdonerete perché stavolta rende perfettamente il senso di ciò che può essere fatto grazie all’aiuto di tutti. Siamo infatti invitati a portare un pezzo di legno alla Darsena e a dare un contributo alla raccolta fondi che avverrà nei prossimi mesi su Indiegogo.
E tu cosa ne pensi?