Le dieci banalità da dire sui libri mai finiti

Alcuni grandi libri che hanno fatto la storia della letteratura mondiale sono, diciamocelo, autentici polpettoni. Non tanto immangiabili quanto indigesti, essi rappresentano il cruccio di ogni lettore forte, il marchio della sua infamia.

Come confessare ad un collega che no, l’Ulisse non sono mai riuscita a terminarlo o che, ancora oggi, alle parole “quel ramo del lago di Como” brividi mi percorrono la schiena?

Quoque tu, compagno lettore, sei pronto a scagliare la prima pietra per seppellirmi sotto la mia ignoranza (e bada che sia piccola, che già a leggere siamo in pochi, vorrai mica rimanere solo tu? ). Ma siamo certi che -al di là delle solite quattro banalità su Proust- se ti facessi qualche domanda più specifica, non scoprirei che le tue maddalene si sono ammuffite nell’attesa che le terminassi?

Facendo quattro chiacchiere su questi “classici” con amici e parenti, blogger e redattori, ho stilato una lista di dieci libri che, a vario titolo rientrano tra i “mi vergogno di non averlo letto e quindi non te lo dico” ( potete aggiungerci una pernacchia se lo gradite) e relative frasi di circostanza.

Chiaramente tra questi dieci alcuni li ho letti e amati, altri mi hanno fatto quasi piangere di noia e senso d’inferiorità per l’impossibilità fisica di terminarli ( quando hai davanti qualcosa che ti dovrebbe dare piacere e vuoi dare di stomaco lo devi chiudere, o chiedergli di tornare a casa sua, a seconda dei casi ), altri li ho finiti a rischio della salute mentale. Sta a voi poi decidere se usare questa lista per il sommo bene, cioè smascherare quelli come me che per anni si sono rifiutati d’ammettere che Joyce gli fa venire l’orticaria, oppure per il sommo male, aggiungere cioè queste alle vostre frasi di circostanza e fingere, fingere, fingere!

1) Ulisse di James Joyce – Non potete non declamare “Il flusso di coscienza di un eroe moderno errabondo con Dublino che è a sua volta moderna terra di peregrinazioni e miti” (da dire tutto d’un fiato, guai a farvi interrompere scoprirebbero la fuffa)

2) Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust – “La maddalena intinta nella tisana di tiglio…oooh” ( sospiro finale e sornione di chi ammicca a conoscenze condivise, e se vi fanno altre domande sfoderate la vostra ricetta delle madeleine)

3) Moby Dick di Hermann Melville – Con fare da intellettuale maledetto pronunciate “L’eterno scontro tra uomo e natura, come in Cuore di tenebra, una discesa verso gli inferi” (documentatevi sulle differenze tra balene e capodogli, troverete tutte le informazioni… nel libro; quindi forse dovete leggerlo per forza)

4) David Copperfield di  Charles Dickens – Sguardo sofferente accompagnato dall’espressione “grande romanzo di formazione” da infilare dove vi pare ( potete anche nominare una disgrazia a caso, al protagonista è di sicuro successa )

5) Guerra e pace di Lev Tolstoj – Con fare perentorio esclamate “Come non leggere i grandi autori russi!” (attenti però, se non avete almeno sfogliato Delitto e Castigo vi sarete tirati la zappa sui piedi, a meno di non ripetere “come non leggere i grandi autori russi” all’infinito)

6) I promessi sposi di Alessandro Manzoni – Lasciate perdere Lucia, Renzo e l’Innominato, non tralasciate se mai Don Rodrigo, ma per sicurezza tirate in ballo Fra’ Cristoforo (questo chi non l’ha letto non lo conosce di sicuro)

7) Paradiso-Divina Commedia di Dante Alighieri – Recitate con sicumera:

“Vergine Madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

termine fisso d’etterno consiglio,

tu se’ colei che l’umana natura

nobilitasti sì, che ‘l suo fattore

non disdegnò di farsi sua fattura.”

Basteranno questi pochi versi a stendere al tappeto l’interlocutore (non ci provate con l’Inferno, quello solo Dan Brown non lo conosce)

8) L’uomo senza qualità di Robert Musil – Lasciate cadere un “incredibile quanto sia famoso anche se non compiuto” ( e poi correte, ma forte)

9) Il nome della rosa di Umberto Eco – “Bisogna superare uno scoglio tutto sommato non insormontabile, una volta lasciatisi alle spalle i primi capitoli è eccezionale”. E se l’altro insiste sciorinate un po’ di nozioni sul riso (ma per l’amor di Dio non nominate il parboiled)

10) Sulla strada di Jack Kerouac – Farfugliando come dopo una canna e in ordine sparso citate droghe leggere, droghe pesanti, droghe artificiali, altre droghe e, se la persona con cui state parlando non se ne ha a male, altre droghe e Into the wild, magari canticchiando qualcosa dei Pearl Jam ( se non vi riesce di impedire di farvi fare altre domande rannicchiatevi in posizione fetale, come se foste in pieno viaggio chimico, magari avranno pietà)

Ah, mi sento meglio…almeno le mie colpe le ho confessate. Ora confessate le vostre. Insieme ci vergogneremo un po’ meno.

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Categorie: diVagazioni

Autore:diLetti e Riletti

Blog di libri, letture, divagazioni. www.dilettieriletti.wordpress.com

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7 commenti su “Le dieci banalità da dire sui libri mai finiti”

  1. 4 novembre 2013 a 19:43 #

    Eheh, bellissimo articolo. Per fortuna che qualche mattone di quelli da te nominati gli ho letti sul serio, così posso fare il figo!

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