Neil Gaiman @neilhimself sugli obblighi nei confronti dei bambini (quarta e ultima parte)

Ritengo che abbiamo delle responsabilità verso il futuro. Responsabilità e obblighi nei confronti dei bambini, degli adulti che i bambini diverranno, del mondo che abiteranno.

Tutti noi, come scrittori, lettori, cittadini, abbiamo degli obblighi. Pensavo di elencarne alcuni.

Credo che abbiamo l’obbligo di leggere per il puro piacere, in luoghi pubblici e privati. Se leggiamo per il piacere, se altri ci vedono leggere, impariamo ad esercitare la nostra immaginazione. E mostriamo agli altri che leggere è una buona cosa.

Abbiamo l’obbligo di sostenere le biblioteche, farne uso, incoraggiare altri a servirsene, protestare contro la chiusura delle biblioteche. Se non diamo valore alle biblioteche non diamo valore alla cultura, all’informazione, alla saggezza. Mettiamo a tacere le voci del passato e danneggiamo il futuro.

Abbiamo l’obbligo di leggere ad alta voce ai bambini. Legger loro cose che gli piacciano, leggergli storie di cui siamo stufi. Di fare le voci, renderle interessanti e non smettere di leggere solo perché hanno imparato a leggere da soli. Usiamo il tempo che dedichiamo a leggere ad alta voce come un momento che unisce e vincola, un momento in cui non si controllano i telefoni e le distrazioni del mondo vengono messe da parte.

Abbiamo l’obbligo di usare correttamente la nostra lingua, di spingerci avanti: trovare cosa significhino le parole e come usarle, comunicare con chiarezza, dire quello che intendiamo. Non dobbiamo tentare di congelare il linguaggio come se fosse una cosa morta da riverire, ma dobbiamo usarlo come cosa viva, che scorre, prende in prestito parole, che permette a significati e pronuncia di cambiare nel tempo.

Noi scrittori –soprattutto gli scrittori per bambini, ma in generale tutti- abbiamo un obbligo verso i nostri lettori : l’obbligo di scrivere cose vere, importante soprattutto quando inventiamo storie di gente che non esiste in luoghi che non esistono, per far comprendere che la verità non è in ciò che accade, ma in ciò che raccontiamo di noi stessi. La narrativa è una bugia che dice la verità, dopotutto. Abbiamo l’obbligo di non annoiare i nostri lettori, ma di far sì che abbiano voglia di continuare a girare le pagine.

Una delle cure migliori per un lettore recalcitrante è una storia che non possa smettere di leggere.

E mentre diciamo ai nostri lettori cose vere, e forniamo loro armi e corazza e gli trasmettiamo quel minimo di sapere che abbiamo racimolato nel nostro breve passaggio sul pianeta verde, abbiamo l’obbligo di non fare sermoni o paternali, di non forzare con morali predigerite e messaggi le gole dei nostri lettori come uccelli adulti che nutrono i piccoli con bocconi premasticati. E abbiamo l’obbligo di non scrivere nulla, mai, in nessun caso, che i bambini non vogliano leggere.

Abbiamo l’obbligo di comprendere ed accettare che gli scrittori per bambini svolgono un lavoro importante, perché se facciamo pasticci e scriviamo libri stupidi che distolgano i bambini dalla lettura sminuiamo il nostro futuro e abbattiamo il loro.

Noi tutti –adulti e bambini, scrittori e lettori- abbiamo l’obbligo di fantasticare. L’obbligo di immaginare. È facile asserire che nessuno può cambiare nulla, che siamo in un mondo enormemente popolato in cui l’individuo è meno di nulla: un atomo in un muro, un granello di riso in un campo. La verità è che gli individui possono cambiare il mondo, gli individui creano il futuro, e lo fanno immaginando che le cose possono essere differenti.

Guardiamoci attorno: dico davvero. Fermiamoci per un istante e guardiamo la stanza dove ci troviamo. Sto per dire qualcosa di talmente ovvio che tende ad essere dimenticato. Tutto ciò che vediamo, inclusi i muri, è stato, ad un certo punto, immaginato. Qualcuno decise un giorno che era più comodo sedersi su una sedia che per terra e inventò la sedia. Qualcuno deve aver immaginato che io potessi parlare con voi a Londra proprio ora senza che ci bagnassimo tutti sotto la pioggia. La stanza e gli oggetti al suo interno, e tutti quelli in questo palazzo, e questa città intera esistono perché qualcuno – tanto e tanto e tanto tempo fa- li ha immaginati.

Abbiamo l’obbligo di rendere il mondo più bello, non di lasciarlo più brutto di come l’abbiamo trovato, non di svuotare gli oceani, non di lasciare in eredità alle prossime generazioni i nostri problemi. Abbiamo l’obbligo di fare le pulizie e di non lasciare ai nostri figli un mondo che abbiamo ciecamente messo a soqquadro, compromesso e mutilato.

Abbiamo l’obbligo di dire ai nostri politici quello che vogliamo, di votare contro politici di qualunque partito essi siano se non comprendono il valore della lettura nella formazione di cittadini consapevoli, se non vogliono agire per preservare e proteggere la conoscenza e sostenere l’istruzione. Non è questione di partiti politici, è questione di umanità comune.

Una volta chiesero ad Albert Einstein come rendere i bambini intelligenti. La sua risposta fu insieme semplice e saggia:

Se vogliamo bambini intelligenti leggiamo loro delle fiabe. Se li vogliamo molto intelligenti, leggiamo loro molte più fiabe.

Perché aveva compreso il valore della lettura e dell’immaginazione.

E io spero che riusciremo a dare ai nostri figli un mondo in cui possano leggere e immaginare e comprendere.

 

firma FS5bis

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Categorie: diLetti

Autore:diLetti e Riletti

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