
Te c’hanno mai mannato? A me sì, altroché; sarà che il lunedì è una giornata nera ma, per evitare di scendere per le strade e compiere una strage, non può essere catartico “mannacce” qualcuno? Io ci mando qualcuno (dove non ho ancora deciso, ma un bel posto non è), in questo primo sfogo del lunedì; se poi volete, fate altrettanto o mandateci anche me.
Ci mando, per iniziare… il caro libri. Le nuove uscite sono diventate un bene di lusso, dai 18 ai 22 euro su per giù, e non si segue nemmeno un criterio di peso. Leggere per me è come fare l’amore, ma non significa che per sovvenzionare l’insana passione io debba fare “la vita”. Gentili editori che pare facciate cartello, in Italia già non legge più nessuno, se non io, il Papa che legge le istruzioni del telefono e altri tre; ma davvero questi prezzi esorbitanti vi sembrano una furbata? Il lettore definito forte, che legge talvolta tre o quattro libri al mese, deve scegliere: o rinunciare al nuovo, o andare a rubare. Quest’ultima opzione credo prenderà piede, visto il proliferare di siti dove scaricare illegalmente libri in formato digitale. Ora mi vorrete spiegare leggi, controleggi e doppie leggiotte, non fatelo con me, rivolgetevi direttamente ai covoni di fieno che rotolano indisturbati nel mio portafoglio.
Ci mando… il calciatore/presentatore/cantante e via discorrendo (e volgeteli pure al femminile) che decidono di raccontare la propria vita facendosela per giunta scrivere da altri. Io capisco che se c’è mercato l’occasione è ghiotta, ma un minimo di senso civico no? Già guadagnate a palate, tutto questo è necessario? No, perché sperare che nessuno compri la vostra sedicente opera è ovviamente ridicolo, ma voi pensateci almeno, ok? Francesco Lanza in uno stato su facebook, presentandosi come “il negoziatore”, intimò alla D’Urso di posare la penna. Standing ovation per lui, non per lei che non ha acconsentito alla pur cortese richiesta e ha sparato -ahinoi- ancora inchiostro . La signora D’Urso ha poi provveduto a cancellare l’inascoltato consiglio, ma la rete ne conserva imperitura memoria.
Ci mando… chi ti dice “non ho tempo per leggere”, lasciando intendere che la tua occupazione principale nella giornata sia grattarti e, a meno di uno sfogo allergico da “mi sono lanciato di testa nelle ortiche per suicidarmi”, per grattarsi si usa una mano sola. Ecco spiegato il vero motivo per cui uno legge: ha una mano libera! Ma perché cavolo non dicono “non voglio leggere”, “sono analfabeta”, “da piccolo mi picchiavano con lo Zanichelli”? Perché questo forse li metterebbe in una posizione di svantaggio culturale: non sia mai. Siete voi coi libri nella mano libera il problema. Debosciati!
Ci mando… quelli che ti raccontano il finale di un libro. Ovviamente un bel testo non è fatto solo di quello, ma se lo fai con un giallo devi ringraziare che te ce manno ma non ti schiaffeggio come invece dovrei. Ma – dico io – che bisogno avevi? Dovevi per caso dimostrarmi che eri arrivato fino in fondo? In tal caso io questo non lo saprò mai perché il titolo in questione non entrerà nella mia libreria fino a quando non avrò un’amnesia, e in tal caso spero di dimenticare pure te.
Ci mando… i blogger letterari sempre incazzati, come me. L’ho detto prima io-no, l’hai detto prima tu. In un’altalena costante tra presunzione e umiltà. Come lettori incalliti (quelli della mano libera) ci sentiamo in diritto di commentare tutto lo scibile umano, guai a correggerci o a contraddirci però. Come furie azzanneremo in un commento al vetriolo uno di quelli che abbiamo implorato di partecipare alle nostre discussioni. Sì, perché un blogger anela ai lettori come ad un soffio di vita (su, dai, soffiate), non vi fidate di chi dice di no. È come se chiedeste a qualcuno se preferisce avere un/una partner a letto e quello vi rispondesse “no grazie, preferisco da solo”. Ecco, di quelli che danno la seconda risposta, in un blog o fuori, io non mi fiderei.
Come vedete, con un’abile mossa mi ci sono mandata da sola: vi ho risparmiato la fatica, quindi ora tocca a voi.
E tu cosa ne pensi?